Lampade LED e normative

Lampade LED e normative storiche e aggiornamenti

Sia per l’utente sia per i fabbricanti è importante conoscere, almeno a livello indicativo, le normative che regolano costruzione, dimensionamento e potenza delle lampade a LED, sorgenti e supporti.

Le indicazioni riguardano i dispositivi fissi e quelli portatili o mobili a bassa intensità, mentre tutt’altro disciplinare controlla le sorgenti LED destinate al settore dell’automotive e della sicurezza industriale, dove le caratteristiche sono più stringenti e critiche.

Norme per i LED in bassa tensione

Quando vengono progettati sistemi di illuminazione basati sui LED bisogna attenersi alla direttiva per i dispositivi in bassa tensione, con le norme CEI EN 60598-1 relative agli strumenti per illuminazione, con le sezioni sugli scopi generali e le verifiche.

Nella parte 2-4 si trovano paragrafi specifici per gli apparecchi mobili, disciplinati sotto le sezioni CEI EN 60598-2-4, mentre per quelli fissi la norma di riferimento è specificamente la CEI EN 60598-2-1.

A prescindere dalla tipologia di dispositivo, inoltre, si applica la CEI EN 60598-2-14 per gli apparecchi per illuminazione. Si tratta però di indicazioni tecniche riservate esclusivamente ai produttori e che non toccano quasi per niente le possibilità di scelta per il consumatore finale.

Definiscono una certa quantità di regole da seguire per questo tipo di dispositivi per evitare abusi e leggerezze progettuali, con la scusa della bassa tensione e quindi di una scarsa pericolosità presupposta, ma di fatto presente.

Sempre per quanto riguarda i produttori, ci sono regole per la disciplina sulla componentistica, che può essere utilizzata per la fabbricazione di modulistica LED, sotto i capitoli delle CEI EN 62031 relativi ai dispositivi per l’impiego generale di illuminazione.

Sono anche presenti specifiche per le sorgenti di alimentazione nelle CEI EN 61347-1 + 61347-2-13, dove vengono chiarite le caratteristiche che deve avere, sia in continua sia in alternata.

Norme di compatibilità

Considerando che l’illuminazione LED è destinata all’uso con persone, piante e animali, bisogna attenersi alle norme per la sicurezza fotobiologica, riportate nella CEI EN 62471. Qua sono disciplinate le sorgenti comprese tra 200 nm e 3000 nm, cioè il campo del visibile e i marginali per infrarosso e ultravioletto.

È anche presente la norma CEI 76-10, che approfondisce le regole per la sicurezza fotobiologica delle fonti luminose delle lampade e dei loro supporti al di fuori del campo laser e per la loro etichettatura, secondo la norma CEI EN 62471.

Vanno considerate le indicazioni per la presunzione di conformità per la Direttiva EMC. Nella fattispecie la CEI EN 61547 fornisce le prescrizioni per la compatibilità elettromagnetica, nelle parti 3-2 per i limiti di emissione di corrente armonica relativa ai dispositivi per uso civile e industriale, sotto i 16 A per singola fase.

La CEI EN 61000-3- 3, invece, si occupa di definire i limiti per flicker e fluttuazioni con bassa tensione di alimentazione e corrente inferiore o uguale a 16 A, per dispositivi non soggetti ad allacciamento condizionato.

Per gli incaricati delle verifiche e delle misurazioni, il riferimento comprende anche la norma CEI EN 55015, con i metodi di misura per il radiodisturbo e limiti per le sorgenti luminose o assimilate alla categoria.

Aggiornamenti e nuove classificazioni

Al di fuori del settore tecnico, dove le normative devono essere rispettate in maniera assoluta da parte di qualsiasi azienda, grande o piccola, che si cimenta nella produzione di lampade LED e dispositivi di supporto, sono state in seguito aggiunte alcune regole nuove.

Le vecchie specifiche, seppur valide, risalgono a un’epoca in cui la diffusione dei LED era ridotta e scarsamente incisiva sul budget energetico, a differenza di quanto accade ora.

Lo stato solido ha scalzato il mercato delle lampade a incandescenza tradizionali e dei fari a vapori metallici, in concomitanza con il declino di queste tecnologie e la loro messa al bando per via degli altissimi consumi.

Per un professionista la conoscenza delle normative vigenti attualmente è importante, anche se si tratta esclusivamente di un installatore. Infatti, i dati di targa riportati sui prodotti devono essere rispettosi di quanto statuito dalle norme e ci possono essere, nel caso di installazioni fraudolente o non coerenti con le indicazioni, ripercussioni sulle aziende che hanno messo in opera il prodotto.

Di recente sono stati fatti aggiornamenti per le direttive Ecodesign (Energy-related-Products – ErP ) e si prevedono nel breve periodo alcune addende che possono modificare e/o limitare l’installazione di determinate categorie di prodotto, normando in maniera differente da quanto avvenuto fino a ora, al fine di risparmiare ulteriormente energia laddove possibile.

ECODESIGN, EU 2019/2015 e 2019/2020 è la normativa per i LED e richiede un incremento dell’installazione di dispositivi duraturi, con un maggior grado di manutenibilità in caso di malfunzionamento o rottura.

Le migliorie per i LED

Vige il diritto alla riparazione, cioè la garanzia che per 7-10 anni devono essere disponibili i componenti di ricambio compatibili con il dispositivo e le nuove regole per il risparmio energetico, che prevedono una resa luminosa per W consumato superiore. Questo, con la conseguenza che i dispositivi di ora consumano meno e sono ascritti progressivamente a classi sempre migliori.

La direttiva Ecodesign prevede una maggiore efficienza e sicurezza del consumo energetico con una riduzione fino al 20% rispetto ai prodotti di riferimento, parametri che risalgono al 2019 e che di conseguenza si possono considerare quasi completamente assimilati dal settore produttivo.

Le unità di alimentazione e le sorgenti luminose devono risultare accessibili, quindi non sono più permesse quelle completamente sigillate. Questo per garantire le verifiche tecniche sui consumi.

Ciò non significa che l’elettronica deve essere necessariamente non protetta con resina, ma che non è possibile avere i dispositivi stand-alone senza testpoint per le misurazioni. Inoltre l’etichettatura energetica cambia.

Si sta spingendo verso una standardizzazione di connettori e supporti per consentire anche l’upgrade senza dover sostituire le parti ancora valide dei dispositivi.

La classificazione ErP attualmente vede una parametrizzazione che va da G per i dispositivi con una scarsa efficienza, fino a raggiungere A per quelli che hanno performance elevate. È stato introdotto l’uso del codice QR raggiungibile, che permette immediatamente tramite l’Internet of Things di raggiungere le schede tecniche dei dispositivi, sia da parte dell’utente che del controllore.

Per facilitare le operazioni è necessario che le informazioni relative alla sorgente LED e luminose in generale siano state registrate sul registro EPREL (European Product Registry for Energy Labelling) ed è fatto obbligo a qualsiasi prodotto realizzato o immesso in Unione Europea di essere aggiunto all’archivio.