Inverno 2022 e i termostati abbassati

La stagione fredda alle porte sarà complicata ed economicamente impegnativa per tutti. Il prezzo del gas sta toccando cifre elevate con la situazione ucraino-russa in continuo divenire e spiragli differenti al momento non sembrano esserci. La soluzione al vaglio del Governo per provare a ridurre le spese è dunque per ora quella di studiare un piano invernale che possa garantire alle famiglie italiane un consistente e concreto risparmio sul gas. Per fare ciò molto probabilmente gli italiani dovranno rinunciare ad alcune ore di riscaldamento acceso, e dovranno abbassare i termostati di casa. Con buona probabilità le temperature negli edifici verranno ridotte di uno o due gradi, e si valuterà con grande attenzione un programma che possa differenziarsi a seconda delle singole aree del Paese, con interventi mirati a seconda delle escursioni termiche anche molto diverse presenti tra nord e sud d’Italia.

La ricetta del risparmio

L’inverno 2022 dovrà necessariamente essere all’insegna del risparmio energetico. Il prezzo del gas ha infatti raggiunto cifre consistenti e l’obbiettivo degli enti governativi diventa ora dunque quello di mettere a punto un preciso decreto per ridurre il caro-bollette e i consumi. La ricetta del Governo non è ancora del tutto chiara, ma con molta probabilità includerà limitazioni sul riscaldamento, riduzione di gradi e ore per i termostati accesi nelle case degli italiani, e piani diversificati a seconda delle aree più o meno calde del Paese. Al momento le valutazioni circa il risparmio energetico stanno tenendo banco in sede di campagna elettorale, con le diverse forze politiche a discutere circa le migliori opportunità pensate per tale piano. Tra le proposte avanzate dalle numerose parti in gioco c’è quella che andrebbe a prevedere una riduzione di due gradi di temperatura e di due ore di accensione giornaliera per le regioni italiane più calde, e di un solo grado e di un’ora al giorno per le aree viceversa più fredde. Altra voce presa sempre più in considerazione è quella che vorrebbe un’accensione degli impianti slittata di circa due settimane, e dunque ai primi di novembre anziché alla metà del mese di ottobre, come accade solitamente in migliaia di comuni italiani, specialmente quelli situati nel nord del Paese.

Piano di risparmio per privati e imprese

Questa strategia di razionamento prevista dal Governo e ancora in fase embrionale prevederà quasi certamente interventi che andranno a toccare l’ambito industriale e delle imprese, quello dei privati cittadini, e i settori civile, abitativo e residenziale. Detto che molto difficilmente si approderà ad un obbligo per i privati, la situazione è molto complessa e deve necessariamente passare da un piano che garantisca incentivi e aiuti concreti soprattutto a quelle aziende chiamate a ridurre i propri consumi in modo considerevole. Se infatti i termosifoni delle case non potranno più girare a pieno regime, discorso differente è quello relativo alla possibilità di interrompere per due o tre giorni il ciclo di produzione di quelle imprese dette appunto interrompibili. Ciò potrà avvenire soltanto a patto di predisporre reali sostegni economici, e in seguito ad una campagna informativa puntuale e precisa. Su quest’ultimo punto starebbe già lavorando il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani con il suo team. Tra le ipotesi al vaglio ministeriale per le imprese ci sarebbero anche interventi di energy release e gas release, ovvero tetti massimi oltre i quali i prezzi controllati di energia e gas non potranno andare per le aziende denominate energivore e gasivore. Di fatto dunque a tali realtà industriali potrebbe essere riservata una quota di energia a prezzi più bassi e calmierati. Si spinge inoltre per l’impiego di combustibili alternativi almeno per alcuni periodi dell’anno, e per una completa autonomia delle singole amministrazioni per ciò che concerne edifici comunali, regionali e statali.

Cosa accade ai consumatori?

Lo sforzo collettivo richiesto per ridurre i consumi e aderire ad un modello di ottimizzazione energetico porterebbe secondo le prime stime scientifiche ad un risparmio annuo variabile nell’ordine dei 3/6 miliardi di metri cubi di gas, con un decremento in bolletta fino all’8%. Chiaramente questo regime di austerità sarà applicato su tutti gli edifici pubblici ma manterrà i tratti di un appello accorato per quanto riguarda i cittadini privati. A stringere la cinghia dovranno probabilmente essere quelle abitazioni private predisposte di sistema di riscaldamento centralizzato. In questi casi spetterà però all’amministratore condominiale occuparsi di rispettare regole e norme indicate, non ai singoli cittadini residenti. Escluse da qualsiasi limitazione saranno invece case di cura, centri di assistenza, istituti ospedalieri e cliniche pubbliche e private. Le famiglie italiane che decideranno di partecipare totalmente o parzialmente a queste norme volte a contrastare i rincari dei prezzi potranno dunque arrivare a godere di un risparmio concreto in bolletta fino all’8%. A fronte di uno sforzo organizzato e limitato il successivo vantaggio economico andrà perciò a ricadere interamente sulle tasche dei consumatori privati.

Fonti energetiche alternative e fotovoltaico

Tra le possibilità di cambiamento e risparmio più significative c’è il ricorso alle fonti di energia rinnovabile. Su tutti si sponsorizzano gli impianti fotovoltaici, per i quali verranno predisposte norme decisamente favorevoli. In particolare si lavora ad una semplificazione dei processi di installazione degli impianti fotovoltaici sugli edifici industriali o su porzioni di aree industriali, nel rispetto dei regolamenti comunali e urbanistici. Nuove installazioni fotovoltaiche private o completi rifacimenti saranno accompagnati da ulteriori agevolazioni. Impianti fino ad 1 megawatt potranno essere avviati con semplice dichiarazione di inizio lavori, e impianti compresi tra 1 e 10 megawatt godranno di una procedura di installazione notevolmente snellita. Obbiettivo chiaro in tal senso parrebbe essere quindi quello di spingere i cittadini ad autoprodurre l’energia di cui hanno bisogno. Un sistema così determinato inciderebbe in maniera drastica e profonda sul risparmio collettivo e sul taglio della bolletta privata.

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