Non tutti sanno che un impianto elettrico deve soddisfare alcuni parametri per essere utilizzato comunemente da un cliente. Difatti, solo se vengono rispettati determinati requisiti, è possibile installare un sistema di illuminazione che funziona grazie a prodotti come lampadine a LED, sia indoor che outdoor. In questo caso, si parla di dichiarazione di conformità. Questa dichiarazione è prevista dalla Legge Italiana ed è molto chiara. Un consumatore attento dovrebbe conoscere tale dichiarazione e rendersi conto se l’azienda alla quale si è affidato per l’installazione ha rispettato ciò che viene incluso in tale attestato. Ecco dunque, tutto quello che c’è da sapere al riguardo.
Dichiarazione di conformità: cos’è?
Come prima cosa, occorre comprendere cosa si intende quando si parla di dichiarazione di conformità. Questo documento viene anche abbreviato in Di.Co ed è fondamentale per un impianto elettrico di qualsiasi forma e dimensione. Inoltre, tale documento deve essere rilasciato dalla ditta che realizza l’impianto e successivamente lo vende al cliente. Quest’ultimo ha diritto di ricevere la dichiarazione di conformità in qualsiasi caso. La cessione del documento deve avvenire dopo che la ditta ha terminato le operazioni di installazione del sistema di illuminazione e lo ha anche collaudato.
Perché è importante che tale documento venga rilasciato al cliente? Perché la Di.Co rappresenta la garanzia che attesta come l’impianto appena installato sia funzionante e rispetti i parametri relativi alla sicurezza. Inoltre, con questa prova, la ditta installatrice si assume la responsabilità per eventuali incidenti o problemi per un periodo di tempo illimitato. Quindi, qualsiasi cliente dovrebbe sempre ricevere questo documento dopo l’installazione di un impianto elettrico.
Cosa dice la legge al riguardo?
La Legge Italiana è molto chiara quando si parla di Dichiarazione di Conformità. Il rilascio di tale documento è diventato obbligatorio per qualsiasi ditta a partire dall’anno 1990. Infatti, grazie alla legge 46/90, sono entrati in vigore in Italia i regolamenti che dettano i parametri da rispettare quando si parla di installazione di sistemi o impianti elettrici.
Tale legge è stata fondamentale per fare ordine e donare garanzie e sicurezze ai clienti. Difatti, prima di questa normativa, i clienti non potevano avere nessuna protezione e dovevano sperare nella buona fede della ditta che vendeva e installava l’impianto elettrico. Per questa ragione, non è raro trovare ancora in circolazione impianti elettrici che sono stati installati prima dell’anno 1990 e che non hanno alcuna documentazione.
Un ulteriore passo in avanti si è avuto grazie al Decreto Ministeriale 37/08. Difatti, questo Decreto ha fornito le linee guida alle aziende per quanto riguarda la compilazione di tale documento. Dunque, coloro che oggi devono redarre tale attestato possono attenersi a ciò che viene indicato in questo DM.
Inoltre, si ricorda che se l’impianto elettrico che deve essere realizzato ha bisogno obbligatoriamente di un progetto, allora la Dichiarazione di Conformità dovrà necessariamente indicare il progetto che è stato seguito.
La Dichiarazione di Conformità deve essere rilasciata in caso di modifiche o manutenzione?
Anche in questo caso la risposta è sì. Tuttavia, c’è un aspetto da tenere presente. Difatti, se una ditta opera una modifica o un servizio di manutenzione che modifica parte dell’impianto elettrico, è dovuta a donare al cliente il documento inerente alla sezione dell’impianto che ha modificato. Questo significa che la ditta non deve fornire la documentazione per l’intero sistema.
Ciò avviene anche nel caso in cui viene commissionato un lavoro di ampliamento dell’impianto elettrico. In tal caso, la ditta fornisce la Dichiarazione di Conformità inerente al sistema ampliato, vale a dire solo per quello nuovo. Tuttavia, una dichiarazione parziale non può essere ritenuta abbastanza per garantire che l’intero impianto funzioni correttamente e sia sicuro al cento per cento.
Che dire però se una ditta ha iniziato i lavori di un impianto ma poi in seguito subentra una seconda ditta? Ebbene, in tal caso la Di.Co dovrebbe sempre essere rilasciata dalla prima Ditta, vale a dire quella che ha iniziato i lavori e si è occupata della prima installazione.
Quali sono le sanzioni previste dalla legge?
In caso di mancato rilascio della Dichiarazione di Conformità sono previste alcune sanzioni. Come accennato in precedenza, il rilascio di questo documento è obbligatorio per legge. Quali sono i rischi per la ditta che non rilascia questa certificazione?
Ancora una volta, è il Decreto Ministeriale 37/08 a stabilire quali sono le sanzioni per gli inadempienti. Difatti, questo Decreto afferma che se un’attività commerciale non rilascia la Di.Co al cliente, allora può incorrere in una sanzione amministrativa che varia da un minimo di 100 euro fino ad un massimo di 1.000 euro.
Nel caso in cui la ditta procede con l’installazione di un impianto elettrico che ha obbligo di seguire un progetto, ma non segue quest’ultimo, nè lo indica nella Di.Co. le sanzioni possono essere più alte. Difatti, per questa mancanza si parte da una sanzione amministrativa minima di 1.032 euro fino a raggiungere una multa dal valore complessivo di 10.320 euro.