Si sente spesso parlare di soft starter come di uno strumento indispensabile per riuscire a preservare il proprio impianto elettrico e i macchinari industriali che vi sono collegati. Tuttavia pochi sanno davvero in che cosa consiste e soprattutto se è davvero indispensabile il suo utilizzo. È indispensabile, allora, di fare un po’ di chiarezza sull’argomento così da darti l’opportunità di prendere la decisione migliore circa l’installazione o meno di un soft starter sul tuo impianto elettrico industriale. Ecco tutto quello che c’è da sapere di importante.
Che cos’è il soft starter
Quando si parla di soft starter si fa riferimento a degli strumenti che vengono posizionati sui sistemi di accensione dei motori elettrici per garantire un avviamento dolce e graduale, in modo da prevenire l’insorgere di problemi sia di natura meccanica che elettrica. Quando c’è un avviamento troppo repentino degli aumenti di coppia si creano delle piccole criticità al motore che, a lungo andare, sono la causa di una vita più breve del motore e di conseguenza anche dell’impianto. Se questo è il problema che sorge dal punto di vista meccanico, non sono da meno quelli che si presentano, invece, sotto l’aspetto elettrico. L’avviamento improvviso del motore, infatti, comporta un calo di tensione sull’intera rete elettrica e questo ovviamente ha delle ripercussioni sul funzionamento degli altri apparecchi che sono collegati al medesimo impianto. Gli soft starter, quindi, sono strumenti indispensabili soprattutto in quegli ambienti dove vengono gestite più macchine di ultima generazione, che sono quelle più sensibili a questo tipo di problematica. Gli soft starter non sono solo utili in fase di avviamento dei motori ma anche nella fase di spegnimento. Un arresto troppo veloce, infatti, potrebbe causare quello che in gergo tecnico viene definito “colpo d’ariete” e che è un serio pericolo per gli impianti e per i macchinari.
Come funziona il soft starter
Il soft starter funziona grazie ad un un certo numero di tiristori che sono azionati da un microprocessore che li regola: l’obiettivo è quello di calibrare e dosare la potenza per evitare dei sovraccarichi. La velocità di potenza del motore, quindi, viene calibrata in base alla tensione che è stata applicata dai tiristori attraverso un processo di parzializzazione della cosiddetta onda sinusoidale. La rete, infatti, non può essere in alcun modo modificata in quanto è quella standard prevista dall’impianto ma, attraverso lo sfruttamento di questo sistema, è comunque possibile modificare la potenzia di avviamento e naturalmente anche quella di spegnimento. L’obiettivo di tutto questo processo è quello di ottenere tre differenti modalità di avviamento che sono dette rampa di tensione, di corrente e rampa di coppia: quando il motore viene avviato, il soft starter esclude le prime due e mantiene in attività solo la rampa di coppia che dà comunque allo stesso la possibilità di entrare in funzione ma, come si diceva anche prima, in una modalità molto più soft rispetto ad una situazione normale, quindi senza l’utilizzo del soft starter. Sotto questo punto di vista, quindi, il soft starter si presenta come un sistema non solo innovativo ma che garantisce alle macchine la massima protezione e, di conseguenza, anche la possibilità di una lunga vita di attività.
Quali tipi di soft starter esistono in commercio
Non ci sono diverse tipologie di soft starter perché la soluzione ingegneristica che è stata trovata per proteggere i motori e garantire un avviamento dolce e privo di complicazioni. Piuttosto si può dire con sicurezza che il soft starter non è altro che la versione più avanzata e tecnologica di altri sistemi che erano stati prima impiegati e che puntavano allo stesso risultato. Esiste, infatti, un tipo di avviamento che viene detto stella/triangolo e che consente, proprio come accade con il soft starter, un avviamento molto dolce del motore del macchinario. Tuttavia questo sistema è stato nel corso del tempo abbandonato perché presenta delle difficoltà quando dalla situazione di tensione di fase si passa a quella concatenata. Per questo motivo anche se il sistema soft starter ha dei costi che sono sicuramente più elevati di tutti gli altri sistemi che possono essere sfruttati, tuttavia il costo maggiorato è più che giustificato dalla semplicità e dalla funzionalità migliorativa che quest’ultimo garantisce, soprattutto se si tratta di impianti molto complessi e articolati.
Quali sono i vantaggi del soft starter
Per quanto il soft starter sia più costoso, quindi, è sempre più preferito a tante altre soluzioni che non garantiscono le stesse performance. Ma quali sono i vantaggi che questo sistema garantisce? È già stato sottolineato come, consentendo un avvio del motore molto soft, ne permette una vita più lunga e al riparo da possibili guasti. Il sistema, poi, è completamente elettronico, quindi non richiede alcun tipo di manutenzione se non una corretta programmazione sulle macchine alle quali viene applicato. Un sistema di soft starter, inoltre, consente un notevole risparmio energetico, quindi i costi della bolletta si mantengono molto più bassi, un vantaggio che non devi trascurare visto il consumo medio di una macchina industriale. Si può inoltre affermare che il soft starter sia altamente personalizzabile, quindi assolutamente compatibile con qualunque tipo di macchina industriale perché viene specificatamente progettato per quell’utilizzo. Insomma, un sistema semplice e molto conveniente, che costa sicuramente meno di qualunque tipo di modifica all’impianto possa essere progettata, e che ti consente di rientrare presto della spesa effettuata perché porta con sé tutti i risparmi ampiamente illustrati.
Il soft starter è indispensabile?
Molti proprietari di macchinari industriali, che magari non sono particolarmente ferrati sulla materia, si chiedono se installare un soft starter sui propri mezzi sia strettamente necessario oppure è un’operazione di cui si può fare a meno. Ovviamente va specificato che il soft starter non è la conditio sine qua non per il funzionamento della macchina ma è un valido strumento non solo per farla funzionare meglio ma soprattutto per tenerla più a lungo in perfetta efficienza. In conclusione, il suo utilizzo non è obbligatorio ma caldamente consigliato, soprattutto sulle macchine di ultima generazione.