I bonus gas e luce permettono di far fronte all’aumento delle spese, in particolar modo per le persone in condizioni di comprovato disagio economico. Dopo la loro approvazione da parte dell’ARERA (Autorità di Regolazione per l’Energia Reti e Ambiente), lo Stato ha modificato i requisiti iniziali, al fine di rendere tali agevolazioni accessibili a un pubblico più vasto. Ecco che cosa è cambiato nell’arco degli ultimi mesi.
Bonus gas e luce, variazione dei limiti di reddito
Fino al 31 marzo 2022, potevano inoltrare la richiesta soltanto le persone con ISEE inferiore agli 8265 €. A decorrere dal 1 aprile 2022, invece, valgono le seguenti condizioni:
- ISEE non superiore a 12000 € per nuclei familiari di 1-3 persone
- ISEE fino a 20000 € per le famiglie più numerose
- titolarità di reddito o pensione di cittadinanza per i non lavoratori.
Quanto appena elencato rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2022, salvo proroghe o modifiche in itinere. Non hanno alcun obbligo di dichiarazione degli indicatori economici i soggetti che devono utilizzare delle apparecchiature biomedicali per sopravvivere, quindi in gravi condizioni di salute.
Tipologie di utenze comprese nelle agevolazioni per corrente e gas
Per ottenere il bonus luce e gas, non basta rispettare i requisiti di reddito: vi sono altre condizioni di cui tenere conto. Nelle disposizioni dell’ARERA sono comprese soltanto le utenze di tipo domestico, ad eccezione delle forniture di GPL.
Il motivo di una tale scelta è legato alla promozione di combustibili alternativi ai derivati del petrolio. Pertanto, la situazione va vista in un’ottica di salvaguardia dell’ambiente e non unicamente di business in ambito eco-friendly (ad esempio, promozione di macchinari per la captazione di energie rinnovabili o consumo di carburanti naturali).
Tuttavia, limitatamente all’anno in corso e in seguito a un aumento significativo delle bollette, lo Stato ha deciso di concedere alcune agevolazioni agli utenti che non rientrano nella casistica dei bonus. La prima riguarda l’approvvigionamento di gas naturale, per il quali è applicata una riduzione dell’IVA del 5%.
L’altra misura interessa i titolari di contratti per l’energia elettrica in bassa tensione (230 V), in unità immobiliari con contatore a potenza inferiore ai 6.5 KW. In questo caso, il provvedimento consiste nell’azzeramento delle aliquote e degli oneri generali di sistema. Quanto appena affermato vale per le abitazioni e altri tipi di contesti, come uffici e attività commerciali.
Bonus gas e luce, procedura per la richiesta
A differenza di quanto accadeva qualche anno fa, l’utente non ha più bisogno di fare la fila in Comune per inoltrare la domanda. Dal 1 luglio 2021, le agevolazioni vengono riconosciute in automatico previo rilascio della DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) da parte della sede INPS più vicina o mediante accesso al sito web dello stesso Ente.
Questo documento contiene informazioni riguardo il reddito, il patrimonio e l’anagrafica di un nucleo familiare, pertanto è indispensabile per definire l’ISEE. Una volta comunicato alla società di fornitura, basta attendere l’accredito del bonus, generalmente effettuato in un’unica soluzione come detrazione in fattura.
In caso di risoluzione del contratto dopo la richiesta, la prassi prevede l’emissione di un assegno circolare non trasferibile a favore del cliente. Sul titolo di credito viene indicata
anche la causale.
Agevolazioni in bolletta, come verificare il riconoscimento del bonus?
Dopo la presentazione della domanda, possono trascorrere 4-5 mesi prima di vedere uno sconto in fattura. Tuttavia, esistono due modi per vedere se l’accredito del bonus è stato effettuato oppure no.
Il primo consiste nel controllo dell’importo scalato sul conto corrente. Se la bolletta risulta più bassa del solito e le condizioni contrattuali del fornitore sono rimaste le stesse, quasi sicuramente è avvenuta la detrazione della somma.
L’altra modalità di controllo, invece, esige uno sguardo più attento alle fatture emesse in seguito alla richiesta. Tra le voci di spesa nell’area Dettaglio Fiscale (generalmente collocata nella parte inferiore della prima pagina, sul lato sinistro) dovrebbe comparire la dicitura Bonus Sociale, con indicazione della cifra corrispondente.
Mancato accredito del bonus, le mosse da compiere
Il riconoscimento dell’agevolazione avviene, di solito, entro la seconda fattura emessa dopo la richiesta. L’accredito, quindi, viene effettuato nell’arco di 4-5 mesi, se non prima.
Nel caso in cui non figurasse alcuna voce relativa al Bonus Sociale alla terza bolletta, basta inoltrare un reclamo all’ARERA. Non è necessario compilare alcun modulo: è sufficiente fare una telefonata allo Sportello per il Consumatore, tramite numero verde.